sabato 28 settembre 2013

Intervista a Massimo Basili (istruttore italiano della Scuola di Leggerezza di Philippe Karl) PARTE 2

Continua l'intervista con l'istruttore italiano della Scuola di Leggerezza di Philippe Karl, Massimo Basili! 
Ripropongo ancora il link al suo bellissimo blog: "Le Grand Ippo-Théo: appunti equestri di Massimo Basili" e vi consiglio caldamente di farci un giro!

F: Cosa ne pensa della direzione presa dall'equitazione moderna? 
L'equitazione moderna è semplicemente alla deriva, completamente fuori strada, assolutamente non più rispondente alle esigenze di un'equitazione che dovrebbe fare del rispetto dell'equilibrio psicofisico del cavallo la prima condizione. L'ultimo libro di Philippe Karl, "Derive del dressage moderno" (Ed. Equitare), disponibile non da molto anche in italiano, analizza in modo approfondito questo fenomeno, dando le risposte a molte delle domande che assillano oggi tante persone che montano a cavallo e non hanno trovato nell'equitazione che praticano quello che si attendevano: sensazioni piacevoli, cavalli rispondenti e collaborativi, un'attività impegnativa ma appagante. Le eccezioni naturalmente ci sono, ma sono, appunto, eccezioni. La realtà più diffusa purtroppo è questa.

F: Cosa ne pensa dei cosiddetti metodi naturali? Ritiene che possano sposarsi bene con il percorso di lavoro scelto dalla scuola di leggerezza? 

I metodi cosiddetti naturali si sposano benissimo con i principi della Scuola della Leggerezza. Continue conferme di questo vengono dal fatto che nei Corsi SdL in tutto il Mondo partecipano (e hanno partecipato negli anni scorsi) rappresentanti del metodo Parelli e di altri metodi affini, che trovano nel lavoro SdL un completamento al loro percorso. 

Io stesso ho diversi allievi che praticano Parelli a più o meno alto livello, e posso dire che sono fra quelli che mi danno le maggiori soddisfazioni. Del resto, nella SdL, i cavalli provenienti dall'addestramento “naturale”, lavorano finalmente sulla locomozione, sulla biomeccanica e sull’equilibrio, materie poco considerate in ambito naturale, e fanno dunque della vera ginnastica. Ginnastica che sostanzialmente è poco presente, quando non del tutto assente, nel loro iter.


F: A livello sportivo-agonistico quanto è diffusa, secondo lei, la scuola di leggerezza? Crede che possa diffondersi ulteriormente con successo? 

Partiamo da un presupposto: un cavallo lavorato secondo la filosofia della Légèreté, dispone delle basi e delle condizioni per potersi dedicare con successo a qualsiasi disciplina equestre. Andando più nello specifico, esistono cavalieri di salto ostacoli, anche fra gli stessi allievi degli attuali Corsi Istruttori in Italia, che hanno sposato questa filosofia e la portano avanti nel lavoro quotidiano sia con i propri cavalli che con i propri allievi. 

I cavalieri di alto livello, in linea di massima, però, non hanno materialmente tempo per applicarsi e cambiare sostanzialmente il loro modo di montare: essendo in massima parte “piloti”, il lavoro a casa sul cavallo si riduce davvero a poco perché l’attività principale è costituita dal pilotarlo, appunto, sui percorsi nei vari campi di gara. In Italia esistono degli esempi di Istruttori e cavalieri di medio-alto livello che hanno conosciuto e praticato la Scuola della Leggerezza, ma purtroppo ne fanno, diciamo così, un uso personale, nel senso che poi insegnarla davvero, negli ambienti ufficiali (corsi e stage della FISE, per esempio), è praticamente impossibile per loro (per ovvi motivi). 

L’ambiente del Dressage, dal canto suo, è impermeabile a Philippe Karl e a tutto ciò che viene da lui. Ne sanno qualcosa i cavalieri che provano a montare secondo i principi della SdL e si ritrovano a perdere punti e posizioni ad ogni gara, a qualsiasi livello. E’per questo che, anche quando il lavoro è molto avanzato con il proprio cavallo (cambi di galoppo ravvicinati, piaffer, passage, ecc.), i cavalieri che provengono dalla SdL nemmeno si avvicinano ai rettangoli di gara, perché i criteri di giudizio degli attuali Giudici sono assolutamente contro il modo di montare in Leggerezza. Non parlo delle mani alte, quelle non si vedono più quando il lavoro si fa più fine e preciso: parlo dei cavalli che, per esempio, non si chiudono (incappucciandosi), che non hanno andature spettacolari e contratte, che si muovono rilassati e in equilibrio, che mobilizzano la bocca, che non sono tenuti forti fra mani e gambe. Ebbene, cavalli presentati così vengono fortemente penalizzati. Quindi: Dressage agonistico? No, grazie!
F: Definirebbe la scuola di leggerezza "per tutti"? Sia per quanto riguarda i cavalli che i cavalieri.

Assolutamente sì: cavalli di qualsiasi razza, età, morfologia; cavalieri di qualsiasi livello tecnico e provenienti da qualunque esperienza equestre (dunque, con qualunque tipo di sella).

F: Qual è il percorso per diventare istruttori della Scuola di Leggerezza?

Per diventare istruttori della Scuola della Leggerezza occorre sostenere un Corso specifico della durata di almeno tre anni, costituito da tre appuntamenti annuali di quattro giorni ciascuno (dunque sono 12 giornate complessive all'anno). Sul sito di Philippe Karl: www.philippe-karl.com si possono trovare le informazioni utili per sapere come fare per accedere a uno di questi Corsi, che sono tenuti in diversi paesi europei, fra cui l'Italia. Il francese Bertrand Ravoux, uno dei tecnici di riferimento ai quali Karl ha delegato il compito di formare gli aspirati Istruttori SdL nel mondo, è il docente dei due corsi italiani, che si tengono al Circolo Ippico Deiana, a Fara Gera d'Adda (BG) . Sui siti: www.gruppoitalianoecoledelegerete.com e www.gruppoitalianoecoledelegerete.blogspot.it si possono trovare ulteriori informazioni al proposito.


L'intervista si conclude qui, ma Massimo Basili sarà presente a Verona con la Scuola di Leggerezza e un'interessantissimo stage-clinic tutto da seguire!
Colgo l'occasione per ringraziare Massimo Basili per il suo tempo e l'accuratezza con cui ha risposto alle domande!
Credo ci sia già molto su cui riflettere in ogni caso!

F.

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